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    15.03.2018
    Nuova proposta di Direttiva della Commissione UE sulle Condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili

    L’obiettivo è quello di stabilire nuovi diritti per tutti i lavoratori, per aumentare l’insufficiente protezione dei lavoratori più precari, limitando gli oneri per i datori di lavoro e mantenendo l’adattabilità del mercato del lavoro.

    LA PROPROSTA.

    La Commissione propone che tutti i lavoratori nell’UE abbiano il diritto di:

    – informazioni più complete sugli aspetti essenziali del lavoro, che devono essere fornite per iscritto e, al più tardi, il primo giorno di lavoro (anziché fino a due mesi dopo);
    – un limite alla durata del periodo di prova;
    – cercare un ulteriore impiego, con il divieto di clausole di esclusività e limiti alle clausole di incompatibilità;
    – conoscere con ragionevole anticipo, per i lavoratori con orari di lavoro molto variabili determinati dal datore di lavoro, l’inizio dell’attività lavorativa, come nel caso del lavoro su richiesta;
    – ricevere una risposta scritta a una richiesta di trasferimento a un altro lavoro più sicuro;
    – ricevere gratuitamente la formazione obbligatoria che il datore di lavoro ha il dovere di fornire.

    La proposta ha un ampio campo di applicazione soggettivo. Ha lo scopo di assicurare che questi diritti riguardino tutti i lavoratori a prescindere dalle modalità di resa della prestazione lavorativa, compresi quelli più flessibili e non standard e le nuove forme di lavoro come i contratti a zero ore, il lavoro occasionale, il lavoro domestico, il lavoro basato su voucher o quello su piattaforma.

    Prevede inoltre disposizioni sanzionatorie per garantire che i lavoratori sul posto di lavoro beneficino effettivamente di tali diritti.

    LA REVISIONE DELLA PRECEDENTE DIRETTIVA

    La proposta di una direttiva sul lavoro prevedibile è dovuta alla revisione dell’attuale direttiva, del 1991, che prevede, per i dipendenti che iniziano un nuovo lavoro, il diritto di essere informati per iscritto degli aspetti essenziali del loro rapporto di lavoro.

    La direttiva è stata recepita in Italia con il D.lgs. n. 152 del 1997 ma La valutazione del recepimento della direttiva da parte della Commissione ha mostrato che molti lavoratori nell’UE non ricevono una conferma scritta delle loro condizioni di lavoro o non ricevono tutte le informazioni di cui hanno bisogno in modo tempestivo.

    Inoltre, dal 1991 il mercato del lavoro è cambiato e sono emerse nuove esigenze.

    La nuova direttiva sulle condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili dovrebbe abrogare l’attuale direttiva del 1991.

    LA CONSULTAZIONE DELLE PARTI SOCIALI.

    Come richiesto dai trattati dell’UE, la Commissione ha consultato sindacati e organizzazioni di datori di lavoro in due fasi:

    una prima fase di consultazione e una seconda fase di consultazione accompagnata da un documento analitico per chiedere il punto di vista sulle sfide identificate dalla Commissione e per chiedere loro se intendessero avviare negoziati per un accordo autonomo per affrontarle.

    Tuttavia le opinioni delle parti sociali sulla necessità di una legislazione sono state contrastanti. Poiché non sono stati avviati negoziati per raggiungere un accordo a livello UE, l’iniziativa è stata trasmessa alla Commissione perché presenti una proposta legislativa.

    I PROSSIMI PASSI

    La proposta di direttiva della Commissione passerà ora al Consiglio e al Parlamento per i negoziati nell’ambito della procedura di co-decisione.

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